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1938-2018 OTTANT'ANNI DALLA PROMULGAZIONE DELLE LEGGI RAZZIALI

LA DIFESA DELLA RAZZA E LA COSTRUZIONE DEL NEMICO

Firenze, Palazzo Vecchio - 20 Novembre 2018

Il 18 settembre 1938 Mussolini annuncia dal palco di Piazza Unità alla folla triestina in tripudio che per risolvere il problema ebraico: “occorre una chiara, severa coscienza razzista che stabilisca non soltanto delle differenze, ma delle superiorità nettissime”.
Gli storici hanno approfondito l’origine delle leggi razziali del fascismo, interrogandosi se furono un’autonoma scelta di campo o la conseguenza dell'alleanza con la Germania; di certo quell’impressionante numero di provvedimenti, emanati tra il 1938 ed il 1942, ebbe un forte impatto sulla società italiana, escludendo gli appartenenti alla minoranza di religione ebraica da scuole, università, luoghi di lavoro; migliaia e migliaia di persone furono private dei diritti fondamentali, fino alla tragedia della deportazione nei campi di sterminio, dai quali pochi tornarono.

Si discute ancora delle responsabilità personali del capo del fascismo e di come reagì la popolazione non ebrea. Nell’Italia fascista non ci furono proteste pubbliche contro la persecuzione antisemita e solo in rari casi i designati a prendere i posti lasciati da cittadini ebrei nelle università, nelle scuole, nella burocrazia rifiutarono di approfittare della situazione. Ciò nonostante, specie durante la guerra, molte persone aiutarono concittadini ebrei a sfuggire ad arresto e deportazione con una serie di piccoli atti di solidarietà individuali, senza riuscire però a costruire una consapevolezza critica e collettiva di quello che stava accadendo.

È importante oggi approfondire come cominciò, un po' alla volta, la costruzione del nemico, la messa al bando degli ebrei, con tante e degradanti complicità.

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Durante questa giornata di studio cercheremo di capire e approfondire che cosa successe in quegli

anni; come sono nate, come sono state accolte e quali conseguenze hanno prodotto le leggi razziali. Cercheremo di analizzare i fatti della storia dando voce a chi ha vissuto personalmente quei fatti, per stimolare riflessioni e prese di coscienza a fronte delle fredde disposizioni amministrative dell'epoca. Cercheremo di capire come si discuteva allora e come si discute oggi in ambito scientifico attorno al tema della razza; parleremo della persistenza del razzismo nella società italiana. Cercheremo di capire se in un dibattito pubblico divenuto frenetico per la velocità e pervasività dei social network, ci siano ancora i rischi di una costruzione del “nemico” per fini politici, con la possibile complicità dei media tradizionali.

Tutto questo a fronte della certezza che il razzismo è in radice incompatibile con lo stato di diritto.
I padri fondatori della nostra Costituzione vollero, non a caso, riaffermare all'Assemblea Costituente l'inconciliabilità tra il costituzionalismo democratico e l'intolleranza razzista, avviando il riscatto della nuova democrazia dall'infamia delle leggi razziali, mentre era ancora vivo, in tutta la sua drammaticità, il ricordo della Shoah.

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